Bicilindrici coi Geloni 2018

Le premesse sono delle migliori, secondo le previsioni meteo la giornata sarà assolata con temperature al di sopra della media e noi siamo arrivati ad una partecipazione davvero elevata, sulla carta saremo diciannove persone. Sarà senz’altro un Bicilindrici coi Geloni eccezionale!

Mi sveglio molto presto perché le cose che devo fare sono parecchie così alle sei e mezza il telefonino suona. Un caffè, aiuto Maria con la colazione e tutto il resto, mi vesto, accompagno i quadrupedi a fare pipì. Nel frattempo arriva anche Cristina e così sono già in sella alla Grisa che non sono nemmeno le nove.

Al Passion mi bevo un caffè e poi mi faccio una fumata di toscano godendomi i primi raggi di sole che considerando il periodo scaldavano parecchio.

Il primo ad arrivare è il Malanchini con sottocasco in testa e giacchetta di pelle in stile “Wild Boys!” poi arrivano anche Camion e Rebecca che forse a sottovalutato le temperature indossando Jeans e calzine corte estive. La mia paura è che si congeli sulla sella della Kawasaki!

Pian piano arrivano tutti e alle dieci mancano solo il Barone e Francesca così partiamo e passiamo a prenderli a casa. Erano quasi pronti, giubbetti indossati, guanti e casco appoggiati sulla moto e un vistoso cuscino ancora appiccicato alla faccia, devono aver fatto le ore piccole!!!

Partiamo e il viaggio fino a Lodi procede senza alcun intoppo, l’aria è frizzantina e il sole splende ma nei pressi di Sant’Angelo Lodigiano un po’ di foschia sale dalla campagne e ci disturba inumidendoci le visiere.

Passato il Po a Castel San Giovanni dirigiamo verso Borgonovo Val Tidone e la nebbia si dissolve lasciando spazio a una stupenda giornata assolata. Percorriamo la strada provinciale della Val Tidone fino a Pianello dove facciamo una sosta ristoratrice e riscaldante perché, se è pur vero che le temperature sono alte per il periodo, siamo sempre a dicembre. Ci facciamo il primo sorso, iniziamo a mandare giù qualche stuzzichino e facciamo quattro chiacchiere. Dopo una mezz’oretta riprendiamo il cammino, costeggiamo la Diga del Molato e anche se le curve invoglierebbero a piegare un pochino di più, granelli bianchi e luccicanti troncavano ogni velleità corsaiola sul nascere.

Al bivio per Ruino abbandoniamo la strada che avrebbe portato al Passo del Penice e giriamo a destra verso la Valle Versa. Purtroppo l’asfalto non dei migliori ma il panorama oggi è davvero eccezionale. Con la visiera sollevata mi godo il profumo dell’aria fresca e il bellissimo scenario delle colline tutt’intorno. Si possono scorgere chiaramente le Alpi là, dall’altra parte della Pianura Padana.

Arriviamo alla Trattoria Ferrari quasi in orario e lì troviamo Gianfranco e Sasso del Lario che ci aspettano già da una bella mezz’ora, ma ci sono anche i due ospiti, Antonio ed Elena che nell’attesa hanno iniziato a spiluccare un po’ di salame che hanno comprato alla bancarella davanti al ristorante.

Il ristorante non delude assolutamente le aspettative con dei buoni salumi, una cucina tipica dove tutto viene fatto in casa e degli ottimi vini. Anche i vini e le grappe sono di loro produzione e devo dire che i commensali hanno gradito!

Gully, il Barone e Francy devono rientrare prima e così ci salutano a partono. Ho provato a spiegare che strada fare ma Gully mi dice che pensa di fare l’autostrada, al ché la spiego al Barone un po’ distratto perché dentro pensa di risolvere tutto seguendo Gully e Francesca mi conferma: “Tanto non si ricorder° niente oltre la prima svolta!!!”

I tre partono e intanto noi ci rimettiamo seduti e ci dedichiamo ai dolci, ai caffè e alle grappe, ma sul più bello mi arriva una telefonata del Barone che mi dice di aver bucato e di essere all’autogrill di Tortona!

DI TORTONAAA!? E che ci fanno là, volevano andare a bere un caffè a Genova prima di rientrare, ma non avevano fretta!?

Sasso del Lario e Gianfranco partono subito per dare un passaggio a Francesca che così avrebbe potuto aprire il bar e nel frattempo Andrea avrebbe cercato di risolvere la cosa usando il Fast. Intanto noi ci dirigiamo verso casa con un occhio puntato sul cellulare per essere presenti in caso dovesse servire aiuto.

Il viaggio procede tranquillo, si viaggia meglio di stamattina perché fa un po’ più caldo e a parte le soste prostata arriviamo a Rivolta senza intoppi.

Nella simpatica cittadina della Bassa Cremasca ci fermiamo per un aperitivo al bar dove di solito facciamo qualche brindisi in occasione della Motobefana così approfittiamo per metterci d’accordo anche per quell’evento.

Nel frattempo arrivano notizie dei dispersi e sembra che Francesca sia riuscita ad aprire il bar mentre il Barone sta ancora vagando per le risaie della Lomellina ma la sua V7 romba felice con tutte e due le gomme gonfie. Allora ci rimettiamo in sella e ci spostiamo tutti all’Heminway per chiudere la serata e poter prendere in giro il Barone reduce dall’avventura. Credo che alla fine abbia fatto almeno cinquanta chilometri in più di noi.

Comunque tutto è bene ciò che finisce bene e per tutti noi è stata una giornata grandiosa!

Marco

Per le colline del Ducato 2018

Ancora grazie ad alcune amiche che sarebbero venute a fare compagnia a Maria per tutta la giornata, ho potuto organizzarmi un’uscita in moto un po’ più impegnativa e non finire come sempre su per le Alpi Bergamasche. Non che siano più brutte o che non possano donare le stesse emozioni, ma la possibilità di stare fuori sin dal mattino mi permetteva di scegliere una meta un po’ più lontana, un posto che nel solo pomeriggio sarebbe impossibile. Nella testa mi frullavano due opzioni: la prima era il Passo Resia famoso per il campanile che spunta dalle acque di un laghetto artificiale che formatosi in seguito alla costruzione di una diga ha allagato la valle e l’antico paesino di Curon Venosta lasciando appunto il campanile a emergere dall’acqua. In questo caso però sarebbe stato un giro molto impegnativo e da fare in pochi o addirittura in solitaria perché prevedeva oltre dieci ore di moto e valicando alcuni tra i passi alpini più alti, belli ed impegnativi d’Italia come Stelvio, Gavia ecc.  La seconda ipotesi era invece molto più umana, un giro di quattrocento chilometri sull’Appennino Parmense e Piacentino, con “solo” sei ore di viaggio sulla carta e quindi la possibilità di fermarsi a godersela un po’ di più. Così ho optato per la seconda e ho proposto la cosa al gruppo riscuotendo un grande successo, tanto da trovarci in sette al Passion Cafè in questo freddo venerdì mattina di settembre.

Alle sei sono già in piedi a trafficare perché sono tante le cose che devo fare prima di allontanarmi da casa e voglio essere puntuale e per una volta ci riesco anche!

Beviamo quasi tutti un caffè per scaldarci o per svegliarci, alcuni fanno colazione in piena regola con cappuccio e cornetto ma il migliore è mio fratello Amilcare che arrivato in sella alla sua Harley, per scaldarsi, si è sparato una bella grappa! Qualcuno ha detto: “Buon sangue non mente!!!”

Partiamo un pochino più tardi di quanto avessi preventivato ma tutto è filato liscio, nessuno deve fare benzina e siamo in direzione opposta al traffico ma dopo pochissimi chilometri ci perdiamo a Dovera. Mi fermo in uscita del paesino e proprio mentre stavo per fare manovra di inversione per capire cosa fosse successo, vedo il resto del gruppo arrivare. Marco BMW mi spiega che sul cruscotto della sua nuovissima GS si accendeva una spia di allarme e non sapeva proprio cosa potesse essere, ma spentasi ha ripreso normalmente il cammino. Superiamo Lodi e poi imbocchiamo la SP26, una strada alternativa alla solita SS9, ma dopo pochi chilometri la spia misteriosa si illumina ancora sul cruscotto della BMW. Ci fermiamo e iniziamo a cercare di capire cosa potesse essere e dopo attenta osservazione riusciamo a leggere le parole più piccole che apparivano sul display e risolviamo il mistero: “Pressione pneumatici bassa 2,2 bar!” Così i più deboli di vescica riallacciano i pantaloni e ripartiamo. Appena passato il ponte sul Po ci fermiamo per un caffè e per scaldarci un pochino perché il freddo ha tardato ad arrivare ma stamane si fa sentire davvero intensamente. Ci fermiamo nella trattoria dell’Alchimista dove una simpatica barista ci ha accolto calorosamente. Da lì riprendiamo la strada ma per poco perché a Busseto ci fermiamo per gonfiare le gomme della cavalcatura di Marco. Da lì al caseificio Bombodolo dove era in programma di sostare per acquistare un po’ di formaggio non c’è molta strada fare ma a Fidenza riusciamo a perderci comunque. Mi fermo, aspetto, torno indietro… niente, ci siamo proprio persi! Allora scrivo un messaggio a mio fratello che è nel gruppo dei dispersi e gli dico che ci saremmo trovati su al caseificio. Riprendendo il cammino come previsto ci siamo ritrovati ancora tutti così abbiamo passato la piccola cittadina termale di Tabiano Bagni e siamo risaliti fino a Tabiano Castello, da lì poi abbiamo proseguito per Costa Mezzana e di lì al Caseificio dove Rita e la sua famiglia ci hanno accolto calorosamente e ci hanno offerto un graditissimo aperitivo a base di vino Fortana Rosato e Parmigiano Reggiano, uno spettacolo!

Dopo una mezz’oretta ci rimettiamo in viaggio ma resta a questo punto da risolvere la pratica rifornimento così ci fermiamo dal benzinaio nei pressi di Noceto, l’IP dell’Onesto Abdull!” Non solo la “Verde” costava più di €1,90 al litro, ma non funzionava nemmeno il Bancomat, così ci fermiamo anche al benzinaio in uscita dal paese. Lì però i fumi della grappa del mattino insieme al Fortana Rosé deviono aver fatto effetto e Ami si è dimenticato di mettere il cavalletto laterale prima di appoggiare la moto con il risultato che si sono visti un uomo baffuto e la sua Harley sdraiati a pancia per aria! Poco male, nessuno danno di rilievo ne per uno né per l’altra, l’unico grosso problema che per tutto il giorno l’ho poi preso in giro, quando ci vuole, ci vuole!!!

Fino a questo momento abbiamo percorso un centinaio di chilometri ed abbiamo fatto otto soste, se va avanti così siamo a posto! Così do una sforbiciata al percorso che avremmo dovuto fare al mattino prima di pranzo, evitiamo la Valle Baganza e Berceto con tutte quelle curve e panorami perché poi saremmo arrivati al ristorante alle due, ma procediamo dritti sulla strada di fondovalle ed arriviamo direttamente alla Stazione di Valmozzola puntuali alle dodici e mezza.

L’ambiente è davvero carino e particolare. Il ristorante è stato ricavato nella vecchia stazione ormai dismessa con tanto di tavoli sulla banchina, binari e i bagni fuori dalla stazione come ai tempi in cui correvano ancora i treni.

A pranzo va tutto più che bene, si è mangiato bene, si è scherzato e si è riso, insomma tutto quello che serve per divertirsi in compagnia.

Intorno alle tre riprendiamo il cammino e Pier che alla sera dovrà lavorare alle Due Colonne, ci lascia e si dirige direttamente verso casa mentre noi risaliamo per una stupenda strada panoramica fino a Varsi. É un susseguirsi di curve e tornanti entusiasmante ma il fondo è fortemente rovinato e gli avvallamenti sono davvero troppi per potersi concedere a una guida sportiva, ma non importa, i panorami sono molto belli e la coppia della Grisa mi fa godere comunque ogni attimo.

Una sosta per scattare alcune foto e poi ci spostiamo fino a Bardi da dove prendiamo la strada provinciale che ci porta su in cima al Passo del Pelizzone dove facciamo una sosta per una birretta, quella birretta che mio fratello ha deciso di vuotarmi addosso, meno male che la birra non era la mia!!!

Da lì riprendiamo il cammino giù dritti passando per Bore e Vernasca, fino ad arrivare a Castell’Arquato. Anche qui la strada è molto bella con curve e tornanti a volontà ma nel tratto più alto c’è da procedere con attenzione sempre per via delle buche e dei tratti in riparazione.  

Da Piacenza è ormai tutta routine, imbocchiamo la solita via Emilia fino a Lodi e da lì filiamo dritti a casa, giusto il tempo di un’ultima sosta per l’aperitivo a Dovera.

Una bella giornata passata in sella e in buona compagnia, grazie a tutti della compagnia!

Marco

Aquile col Colesterolo 2018

Dopo l’ottimo risultato della mangiata a Berbenno in occasione della Pasquetta, dietro suggerimento del buon Angelo che ci invitava a organizzare una grigliata a casa sua, abbiamo pensato che sarebbe potuta essere una cosa ottima e ci abbiamo lavorato un po’ su.

Non volevamo scegliere un periodo troppo avanzato perché il caldo sarebbe diventato fastidioso e nemmeno avremmo potuto organizzare qualcosa in mezzo ai ponti del venticinque aprile o del primo maggio, così siamo arrivati a dover scegliere il tredici maggio. Anche il luogo dell’evento sarebbe dovuto cambiare perché ho allargato l’invito ad alcuni amici e saremmo stati in troppi per farci ospitare dalla famiglia Manzoni così, dietro suggerimento dell’onnipresente Vulcaniano, abbiamo pensato di fare l’aperitivo a Cascina Torchio da Angelo e il pranzo nell’area ristoro della Cascina Cortenuova.

Inizialmente sembrava che la voglia di fare e di partecipare da parte del gruppo non fosse molta e in più Maria continua a non stare bene così ho preferito procedere col freno tirato e non ho allargato l’invito a troppi amici, mi sono limitato ai ragazzi del Sidecarforum e ad altri mattacchioni che di tanto in tanto ci fanno compagnia. Per fortuna col passare dei giorni l’entusiasmo e la voglia di fare festa sono aumentati così ogni tessera del puzzle è andata al suo posto.

Al mattino della festa siamo tutti operativi ma i veri eroi sono Camion, il Vulcaniano e suo cugino che già alle dieci sono lì sotto la barchessa ad accendere il fuoco, incuranti dai pericoli dei fumi alcolici, stoici, irreprensibili, inappuntabili ma sopratutto, assetati!

A supportarli sono poi arrivati Bubba e Zac a preparare i tavoli, tagliare il pane ecc. Io ho assunto prevalentemente un ruolo di pubbliche relazioni in quanto ero forse l’unico a conoscere tutti i partecipanti.

Pochi minuti dopo le undici eravamo già tutti lì, pronti a fare un giretto turistico e andare a bere l’aperitivo che il Barone ha preparato con cura insieme ad Angelo. Partendo mi rivolgo ai fuochisti dicendo che avremmo bevuto anche per loro ma sollevando i bicchieri mi hanno tranquillizzato…non sarebbero morti di sete!!!

Piccolo giretto ad andatura turistica per i paesini della bassa tra le province di Lodi e Milano. Io faccio da guida ma Siadov, Zac e Callaghan fanno da staffetta anche se non sono molti gli incroci che necessitino che qualcuno fermi il traffico per qualche secondo su queste strade di campagna.

Il suono dei nostri bolidi echeggia per le campagne e le poche persone che incontriamo si soffermano a osservarci. Il Red Drake dietro di me romba sicuro e sembra aver dimenticato qualche piccolo guaio che ha avuto ultimamente e anche Fabio, che in quest’occasione ha fatto da passeggero, è rimasto piacevolmente stupito dal bolide ucraino.

Sotto la veranda fiorita della Cascina torchio consumiamo qualche bottiglia di spumante e stuzzichiamo qualche pezzo di pizza, facciamo quattro chiacchiere e scattiamo qualche foto.

Purtroppo il tempo incalza e il vino è finito così riprendiamo il cammino e ritorniamo alla Cortenuova dove al nostro arrivo è già tutto pronto e in brevissimo tempo possiamo sistemare le gambe sotto al tavolo.

I cuochi sono stati davvero superlativi, le costine erano cotte a puntino, la coppa era bella morbida e saporita, la salsiccia cotta giusta e la pancetta bella croccante.

Il pomeriggio è passato piacevolmente mangiando, bevendo, scherzando ed ascoltando musica, grazie a Tenerone che anche se non ha potuto essere dei nostri, ci ha prestato due potenti altoparlanti.

Che dire, abbiamo organizzato una grigliata tra amici con la passione della moto ma è stata anche una prova generale di motoraduno del Millenovecentoventuno ed è stato un cero successo e sopratutto abbiamo visto che ce la possiamo fare!

Grazie a tutti coloro che ci hanno fatto compagnia, a Marco della Cascina Cortenuova di Truccazzano che ci ha messo a disposizione la location e un grazie particolare voglio rivolgerlo a tutti coloro che si sono dati da fare per farci stare così bene!

Pasquetta a Berbenno 2018

Tra marzo ed aprile è difficilissimo prevedere come sarà il tempo così passiamo le due settimane prima della nostra consueta uscita di Pasquetta a chiederci che tempo ci sarebbe stato, con il dubbio amletico: “Ma se dovesse piovere che si fa, si va in macchina!?” Beh, ci ha detto bene e al mio risveglio stamane il sole brillava in uno stupendo cielo terso.

Il ritrovo al solito bar è intorno alle dieci, tanto non si andrà lontano, ma io non potrò essere della partita da subito perché Maria è a casa sola e non posso lasciarla troppo a lungo. Mi tengo però in contatto con Whatsapp e mi sembra di essere lì.

Oltretutto sono a un tiro di schioppo dal Passion Cafè e sentivo le moto arrivare.

Intorno alle undici ho sentito il gruppo partire e il rombo dei motori allontanarsi da Albignano mentre io sistemavo tutto a casa. Maria oggi no era in gran forma e prima che io partissi le ho rimboccato le coperte perché ha deciso di andare avanti a riposare.

Alle undici e un quarto mi sono messo in strada anch’io, visiera alzata e aria fresca che ti pennella la faccia. Non corro e seguo la strada più “tortuosa” possibile. Attraverso l’Adda a Cassano, proseguo per Vaprio, da lì seguo il Brembo e a Brembate taglio in su per Marne. Da lì la solita strada fino ad Almenno san Bartolomeo dove ho deciso di risalire fino a Roncola per godere di qualche curva. L’appuntamento con gli altri è verso le dodici e mezza così taglio in giù per Bedulita ed infine Capizzone e in breve risalgo la Valle Imagna ed arrivo a Berbenno.

Al mio arrivo ci sono Camion e un altro amico che ho conosciuto oggi e quindi non si offenderà se non mi ricordo il nome, nell’attesa ci facciamo un aperitivo!

Tutto il gruppo arriva dopo una mezz’oretta, si erano fermati a fare l’aperitivo a due chilometri di distanza. Io mi ero preparato con al videocamera sul tripiede per fotografarli tutti al loro arrivo e, come sempre accade con la roba elettronica, si è bloccata e non ha scattato niente!

Ci perdiamo in chiacchiere un pochino davanti alla pizzeria di Ceresola, si sta davvero bene, il sole splende e non fa freddo, ce la godiamo davvero.

Anche il ristorante è quello di sempre, una graditissima conferma, grande ospitalità e simpatia. Purtroppo a metà del pranzo devo salutare tutti e partire, il capo non mi ha messo fretta ma si è svegliata ed è giusto che io vada.

Mi rimetto in cammino e mi dirigo verso la Valle Brembilla e scendo verso casa passando per Ubiale e Clanezzo per sfruttare anche le ultime curve.

Un bellissima giornata, con tanti amici appassionati di moto e della buona tavola, replicheremo presto!

Grazie a tutti i partecipanti e a Camion e BMW per l’organizzazione!

Gastroriunione 2018

Magari possiamo sembrare dei cialtroni e forse, questa visione non proprio brillante che la gente può farsi di noi è data dal fatto che forse lo siamo davvero. Ma il Millenovecentoventuno è un’associazione vera che ha anche degli obblighi legali, non sono molti ma ci sono. Siamo un’associazione senza fini di lucro e non abbiamo partita IVA, non dobbiamo pertanto fare una denuncia dei redditi ma dobbiamo tenere almeno una riunione all’anno al fine di votare il bilancio della gestione del club ed eleggere il consiglio direttivo. Tutto questo potrebbe sembrare noioso almeno quanto una riunione condominiale ma se la riunione la organizziamo noi, parte dall’aperitivo e finisce con la grappa passando per una grande abbuffata,la noia non esiste!

Io ho già preparato tutto fin dal sabato per evitare di trovarmi all’ultimo a correre come una trottola (a Milan se diss Pirla), mi resta solo da caricare lo spiedo e farlo partire al mattino e prima di mezzogiorno versare la farina di mais per la polenta.

Ho sempre paura che la roba non basti e anche questa mattina non faccio eccezione e intanto che riempio le spade dello spiedo iniziano i miei dubbi. Presso bene un pezzo di pollo, costine, coppa arrotolata con la salvia all’interno, una patata e via così, ripeto finché non ho riempito le quattro spade dopodiché infilo tutto bello spiedo già caldo sul quale la pancetta e il burro hanno già iniziato a sciogliersi profumando tutta la casa.

Intorno a mezzogiorno e mezzo arrivano tutti ed io ho già preparato un po’ di bruschette, un po’ di coppa piacentina e di fiocchetto, il degno inizio accompagnato da uno Spritz, quel che ci vuole.

Una prima mezz’oretta a chiacchierare e sbevazzare e poi si scende in sala da pranzo per buttarsi sullo spiedo bresciano senza coniglio per non ferire la sensibilità di “Cuoretenero Callaghan!”

Tutto è filato via liscio nonostante la quantità industriale di vino e alcolici vari che sono passati giù dai nostri gargarozzi, ma non solo, siamo anche riusciti a ricordarci che lo scopo di questo incontro erano le elezioni e così abbiamo assolto anche a questo impegno, riconfermando il vecchio presidente che ha anche l’impegno di segretario, eleggendo Giorgio Baselli come vice presidente e poi Dario Premoli, Andrea Boncompagni e Antonio Malanchini come consiglieri.

Sono sicuro che la nuova segreteria affronterà il nuovo anno con rinnovato impegno e troverà sempre più spunti per l’organizzazione di nuovi appuntamenti, giri in moto e weekend in compagnia.

Comunque, per finire, dopo le elezioni ed aver scolato anche l’ultimo goccio di “Mezzovino” (chi non c’era e non ha assaporato non può capire), ci siamo lasciati andare a canti diversamente intonati con un paziente Dario che provava ad accompagnarci con la chitarra. Mi sembra doveroso sottolineare che il chitarrista sapeva ciò che stava facendo, eravamo noi che proprio non lo sapevamo!!!

Marco

Motobefana da Pandino a Rivolta 2018

È abitudine ormai consolidata da anni, non possiamo esimerci, partecipare alla Motobefana Benefica di Rivolta d’Adda è ormai un obbligo per noi del Millenovecentovetuno, forse perché è più il tempo che passiamo a sbevazzare e mangiare che quello che si passa in sella, che gruppo di tosec!!! Vabbè, l’importante è divertirsi, no?!

Che la cosa importante per noi fosse passare del tempo a far baldoria insieme lo si è capito già giovedì quando quasi tutti hanno scelto di trovarsi alle 10,30 al Passion Cafè per poi andare direttamente all’istituto invece di andare a Pandino per partire tutti assieme con il corteo di moto. Io ho fatto pure peggio e sono partito da casa solo alle 11,30e ho trovato il resto del gruppo direttamente al Santo, il bar vicino al Carrefour, dove avevo prenotato per l’aperitivo.

Non fa freddo, specialmente se si pensa che siamo ai primi di gennaio, ma piove! Nessun problema per un gruppo di stoici e ardimentosi biker come noi, potremmo cambiare nome da “Millenovecentoventuno” a “Dimensione Avventura”!

Dopo aver dato una prima botta al fegato con qualche bicchiere di prosecco ci spostiamo verso la trattoria dei Cacciatori dove scattiamo qualche foto da mettere sul sito prima di entrare, ma stavolta controlliamo bene di non aver inserito la funzione “scatto notturno senza flash!”

Al nostro ingresso notiamo che sono molte le facce che conosciamo e che abitualmente si trovano nel locale il giorno della Befana per pranzare e fare festa come facciamo noi tutti gli anni.

Anche quest’anno siamo in tanti, in ventisei se non sbaglio, insomma due belle tavolate che hanno fatto bisboccia per tre ore e che hanno tirato matti tutti.

Si è riso, scherzato e logicamente si è anche mangiato come maialini fino a quasi le quattro quando con un piccolo gruppo siamo andati a casa mia per salutare Maria che non ha potuto essere dei nostri dove abbiamo terminato con un’ultima birretta e le ultime cazzate.

Bella giornata che va sempre bene per salutare le feste che se ne vanno!

Marco