Pic-nic…ma al ristorante 2016

Stamattina non voglio proprio partire, non ho voglia, ho solo voglia di girarmi dall’altra parte e rimettermi a dormire! Forse la giornata uggiosa, forse la meta finale che non è delle più entusiasmanti motociclisticamente parlando o forse perché, seppur piacevole in quanto ci porta ad affrontare una nuova giornata attaccati a un manubrio, la fatica della preparazione alla partenza si fa sempre più pesante, tant’è che non riesco proprio a darmi una mossa. Ho voglia di scrivere un “Whatsapp” e dire: “C’ho uno scrotocronico con supercazzo prematurata che mi impedisce lo scappellamento a destra, quasi come fosse antani!” e starmene a casa. Ma non è giusto e poi lo so che andrà a finire che ci si diverte.

Arriviamo al bar dei cinesi puntuali, prima di noi solo Camion con la sua nuova cavalcatura e Siadovv. Mi aspettavo di vedere un sacco di motociclisti scioperati, tutti in macchina per non dover tirare fuori la dueruote e bagnarla tutta e invece eravamo lì quasi tutti attaccati a un manubrio. C’è stato addirittura chi è arrivato al bar in macchina, ma visto il folto gruppo di motociclisti idrorepellenti, ha deciso di aprire il box e montare in sella alla sua moto.

Partiamo in orario per quello che non è che sia proprio un “viaggio”, ma è anche inutile con questo tempo mettersi a fare su e giù per i monti. Traffico nella media e strada ormai nota a tutti, niente sorprese. Io faccio strada fino a Berbenno e poi da lì si mette davanti Andrea col suo nuovo boiler da oltre duecento cavalli. Fa fatica ad andare al ritmo della mia Ural infatti, prima di arrivare ci siamo persi un attimo e purtroppo a farne le spese è stato Andrea che, in sella alla sua grossa Harley, si è ritrovato sopraffatto dal peso quando ha dovuto fare un’inversione secca in contro pendenza. Meno male che non si è fatto male nessuno, nemmeno la moto!

Il ristorante è davvero carino, con un ampio parcheggio che da sulla valle con un belvedere davvero notevole. Dentro l’accoglienza è professionale e calorosa. Ci servono subito un antipasto, leggero ma interessante, un tris di primi della tradizione bergamasca e non contenti ci hanno portato anche un tris di secondi. Io ero pieno già al risotto, ma la gola la fa da padrone e così ho seguitato a ingurgitare impunemente tutto quello che arrivava, al dolce però mi sono arreso e ho lasciato largo ai più giovani!

Camion ha appena cambiato moto, s’è disfatto del ravatto teutonico che negli ultimi anni lo ha fatto disperare tanto ed è così contento che ha voluto offrire il pranzo a tutti, sono cose che succedono!!! Purtroppo ha però preso una Cavasacchi, se avesse preso un California sarebbe stato davvero “gaudio massimo!”

Per il ritorno Maria non sta benissimo così faccio un viaggio molto calmo insieme ad Andrea, Francesca e Marco. La prendiamo come un occasione per digerire con calma tutte le libagioni ingurgitate e marciamo a velocità quasi ciclistiche sotto un cielo che ha iniziato ad aprirsi e senza quella fastidiosa pioggerellina che comunque non ha scalfito minimamente lo spirito stoico del Millenovecentoventuno.

Un grazie a tutti gli amici che hanno partecipato, alla prossima!

Marco