Bicilindrici coi Geloni 2013

Finalmente ci siamo, il nostro consueto appuntamento invernale è arrivato. Il primo dicembre ci siamo trovati in più di venti per partecipare a questa simpatica uscita in moto. Alcuni, per vie traverse, sono riusciti a sapere quale sarebbe stata la meta finale, ma a tutti gli altri era consentito sapere solo l’ora della partenza e i chilometri che a grandi linee si sarebbero percorsi.

Il sole splende e le temperature sono più che accettabili per la stagione, così partiamo senza troppi pensieri. Come al solito faccio da apripista col sidecar e la carovana che guida fa la sua bella scena con una decina di bicilindrici rombanti per la Val Padana.

In un’oretta passiamo Cremona e il suo suggestivo ponte in tralicci di ferro, lì facciamo una sosta per raggruppare tutti, ma non appena ci fermiamo aumenta di colpo il PM10 nell’aria, sembriamo un gruppo di tossiconi, nemmeno il tempo di togliere il casco che la nube di decine di sigarette si leva compatta nell’aria. Questa è anche l’occasione per informare tutti su quale sarà la meta finale, la Trattoria Trivelloni a Busseto. Il nome u po’ sinistro del titolare suscita un po’ di ansietà ma il fatto che sia io a consigliare il posto rimette a posto le cose tranquillizzando tutti.

Arriviamo alla trattoria abbastanza presto e siamo i primi. Mi sarebbe fare un giro in paese perché c’era una fiera molto interessante, “Il maiale in tavola dalla testa alla coda”, ma se ci fossimo persi per le vie di Busseto per la manifestazione culinaria, saremmo arrivati in trattoria molto tardi, così invece abbiamo potuto anche fare le nostre elezioni.

Per pranzo ci servono una quantità industriale di “Torta fritta” e salumi tipici emiliani accompagnati da un vinello leggero ma efficace. Si chiacchiera e si scherza in un ambiente davvero allegro, ma alcuni continuano a provare una grande attrazione per la stufa. Come si evince dalla foto qua sopra, Francesca preferisce il calore della stufa e il Barone piange sconvolto dal dolore!

Le tre del pomeriggio arrivano in un lampo e chi ha impegni inderogabili deve fuggire, ma anche per gli altri è arrivato il momento di prepararsi.

Ci vestiamo e montiamo sui nostri destrieri, ma il viaggio non sarà così lungo, solo un chilometro o poco più, fino all’Abbazia di Chiaravalle della Colomba per una visita culturale, ma il fatto che fosse così vicina non ci ha impedito di perderci per la bassa, o meglio… Io e il primo gruppo parcheggiamo nei pressi della basilica, ma all’appello mancano il Sasso del Lario e tutti i suoi passeggeri. A un bel momento mi chiama Simone Siadov e cerco di capire dove fossero finiti, ma probabilmente, il biondo assicuratore aveva alzato un po’ troppo il gomito e non era proprio lucidissimo. Mi descrive dei paesaggi strani, quasi lunari, e non riesco proprio ad immaginare dove siano finiti. Mi sembra di scorgere la Croma in un viale lì vicino ma non riesco a vedere bene. Nel frattempo il Sasso del Lario chiede indicazioni al telefono a Max, ma sembra che anche nel loro caso Bacco abbia fatto effetto e non si cava un ragno dal buco. Meno male che c’è Ilaria, Siadov me la passa e così arriviamo a capo della situazione, era un quarto d’ora che giravano sul viale ad un passo dell’Abbazia.

Prevedo che la sosta al luogo di culto non superi il quarto d’ora così Maria sta sul sidecar, ha già visto tutto altre volte e poi smontare e montare la seggiola è molto laborioso.

Entriamo nell’abbazia e ci dirigiamo subito allo spaccio dove si possono acquistare liquori, caramelle. Santini ecc. Siadov fa la scorta e poi cerca di tirare sul prezzo con il frate… poteva fare solo l’assicuratore!!!

Intanto io esco per non lasciare Maria sola troppo a lungo e qui vedo due avventori che vedendo il mio sidecar iniziano un intelligente dibattito:

“Teh, guarda che bel sidecar!”

“Bello, per forza è una Guzzi!”

Teh, ma c’è su un manichino!!!”

Ma va! Non vedi che è una bambola gonfiabile!!!”

“Certo che uno che va in giro con la bambola gonfiabile sul sidecar,che cos’avrà nella testa!?”

Vabbè, faccio finta di nulla e mi siedo a parlare con il manichino… ops, con Maria.

Una volta usciti tutti riprendiamo il cammino sulla via Emilia, ma mi dimentico che dietro c’è anche l’auto di Andrea e mi butto in una serie di sorpassi, con l’inevitabile risultato di seminarla.

A Piacenza, Maria mi fa fermare perché si è accorta che il supporto del parafango si è rotto. La riparazione è rapida ma non così efficace così, appena dopo Piacenza sono costretto a fermarmi di nuovo per staccare del tutto la pericolosa appendice.

Ho staccato il parafango e l’ho legato dietro insieme alla seggiola di Maria in maniera da poter tornare a casa senza problemi.

Nel frattempo ho insistito perché Tenerone e il Monaco, che avevano un pochino di fretta, ripartissero, tanto con me c’erano Max, il Greco e Nevada e mio fratello. L’unico problema è che a causa della fitta nebbia, i due centauri siano fini nelle campagne di Casalpusterlengo pensando di essere giunti già a Lodi, ma d’altra parte non sono Guzzisti! Niente paura, sono arrivati a casa anche loro!

In quanto a noi siamo giunti ad Albignano senza problemi e appagati della bellissima giornata passata assieme.

Marco

Campo dei Galli 2013

È sabato mattina presto, mi piacerebbe dormire un po’ di più, ma abbiamo appuntamento con gli altri amici del club al bar per le otto, quindi mi devo alzare. I preparativi per noi sono sempre laboriosi e lunghi così arriviamo al bar giusto in tempo per partire. Siamo un discreto gruppetto e prendiamo subito la direzione dell’Emilia evitando con cura l’autostrada. A Busseto la prima sosta per la pipì della Sgionfadura. Chiaramente diventa la scusa per un aperitivo all’emiliana in un bar in piazza.

Dopo un rapido sondaggio decidiamo di poggiare le ruote delle nostre bicilindriche sull’asfalto dell’A1, ma la meta finale non sarà l’uscita di Campogalliano, ma Modena Nord per andare a sfamarci alla Piola delle ortiche, un’osteria che conosciamo ormai da anni e quando siamo in zona una sosta è d’obbligo.

Chiaramente i tempi tra scherzi battute e libagioni, si dilatano a dismisura, tant’è che non riprenderemo il cammino prima delle tre.

Alle tre e mezza passate giungiamo al Campo dei Galli, ma all’ingresso non hanno tenuto conto della mole della Bsonta così travolgo un bidone, non una cagariso brutta, ma un vero bidone della spazzatura. Se posso permettermi, un bidone della spazzatura all’ingresso, anche se serve a non fare entrare le auto, non mi sembra un granché come benvenuto!!! Comunque, prima travolgo questo bidone, poi salto giù dal sidecar per raccoglierlo, ma la Bsonta parte e cerca di seminare il panico per il raduno! Alché mi sovviene il dubbio che il Lambruscone bevuto alla Piola abbia sortito più effetto di quello che pensassi!!!

Appena entrati incontriamo Ivo che ci attende in quel di Campogalliano, già dal venerdì. Ci viene incontro, ci dà il benvenuto e ci presenta agli organizzatori ed i Guzzisti della zona. Li conosce tutti!!!

Io e la Sgionfadura siamo gli unici a pernottare al raduno, così andiamo a montare il nostro tendone. A dire il vero pensavo di poter contare sull’aiuto dei nostri baldi compagni di viaggio, ma evidentemente non ci son più i Guzzisti di una volta. Quando ho detto “…montare la tenda…” sono spariti tutti! Meno male che ad opera ultimata Ferdinando mi ha portato prontamente una birra per recuperare i liquidi persi nella grande sudata!

Facciamo un giretto per il raduno e conosciamo un po’ di gente. Alcuni sono vecchie conoscenze, altri sono simpatici motociclisti con i quali abbiamo potuto fare due chiacchiere in allegria anche se era la prima volta che ci vedevamo.

Il luogo del raduno è davvero molto bello, immerso nel verde in riva a un laghetto dove è possibile fare un’escursione in barca a vela. I veri padroni di casa però, sono i conigli. Ne ho contati a decine, di molti colori che trotterellavano per il prato quasi incuranti delle moto e dei motociclisti.

Alla sera, quando il raduno ha iniziato a popolarsi e a prendere vita per davvero, io e Maria siamo ormai cotti e vi confesso che alle nove eravamo già in tenda come due pensionati. Beh, poco male, ci siamo goduti comunque l’ottima musica rock suonata dalla band, ma lo abbiamo fatto comodamente sdraiati sulle nostre brande.

Chiaramente al mattino ero tra i primi ad alzarmi, anche la guardia che avrebbe dovuto vigilare sull’accampamento dormiva della bella! Ma aveva ragione, alle sei ero già in giro come un pirla!

Al Campo dei Galli sono davvero tante le iniziative proposte dagli organizzatori: dal giro in barca a vela, alla visita al Museo della Bilancia e per finire con la visita dell’Accademia Militare di Modena. Varrebbe la pena di fermarsi più a lungo, ma il ritorno lo vogliamo fare con calma. Certo che potreste dirmi che all’andata non è che abbiamo corso!!! Dopo una colazione al baretto lì vicino prendiamo la strada del ritorno, ovviamente statale! Il cielo è coperto e non promette niente di buono e come sempre in queste situazioni non metto la tuta dell’acqua, non ho voglia. Dieci chilometri e iniziano a scendere alcune gocce. Mai una volta che si metta a piovere come si deve! Sempre un po’ si un po’ no… alla fine cedo, ci abbordiamo come palombari e chiaramente smette di piovere dopo un paio di chilometri.

Prima tappa, Caseificio San Lucio, a San Vitale Baganza, dove il Parmigiano è una leccornia. La Valle Baganza è sede d una moltitudine di salumifici per via delle correnti d’aria proveniente dal Mar Ligure, un vero paradiso!

La seconda tappa la facciamo invece al Ghisolo, un ristorante sulle Colline Parmensi nei dintorni di Tabiano Castello dove, tanto per cambiare, abbiamo riempito i nostri stomachini. Alla nostra ripartenza chiaramente la pioggia scendeva copiosa così abbiamo dovuto ripetere quel tormento di rito della vestizione, e come sempre, dopo pochi minuti, di nuovo il sole. Se al ritorno ci abbiamo messo ancor più tempo che all’andata, stavolta siamo scusati!

Marco

Motobefana di Rivolta 2013

L’anno scorso fu la prima volta che il Millenovecentoventuno partecipò alla Motobefana di Rivolta d’Adda, ma il calore della manifestazione, il contatto diretto e più vero con gli ospiti e le Sorelle della Casa Famiglia Spinelli e un po’ anche la vicinanza con la struttura, hanno fatto diventare la manifestazione un punto fisso per il nostro club.

Ogni anno ci si ritrova presso uno dei club organizzatori e poi si fa un breve corteo fino all’Istituto. L’anno scorso si partiva da Pandino, quest’anno invece da Bussero dove gli amici del Motoclub Bussero ci hanno dato il benvenuto con una graditissima colazione.

Mentre Tenerone mi invia un messaggio che appena riesce ad accendere la moto ci avrebbe raggiunto, la maggior parte di noi si è ritrovata ad Albignano di buon mattino, chiusi dentro i giubbotti, un po’ infreddoliti e con il cuscino attaccato alla faccia. Abbiamo formato il nostro piccolo corteo e, visto che Tenerone stava ancora accendendo la moto, ci siamo incamminati verso Bussero dove, oltre a trovare tutti gli altri motociclisti partecipanti alla manifestazione, ci riuniamo con altri miei amici che già l’anno scorso ci fecero compagnia, ma Tenerone sta ancora accendendo la moto!

Il bel tempo e le temperature quasi miti per il periodo hanno favorito la buona riuscita della manifestazione, un discreto numero di moto affollava il piazzale, ed il nostro club non ha certo sfigurato, anche se non erano tutte Guzzi, una dozzina di motocicli ci ha rappresentato, mancava ancora Tenerone che ancora cercava…

Niente da fare! Il suo motocoltivatore non ne vuole sapere, sembrerebbe che la sua versione del Supertenerè sia motorizzata Landini e abbia bisogno di essere scaldata con un piccolo falò sotto la testa!

Intanto faccio conoscenza con gli organizzatori e ci scambiamo gli indirizzi e.mail in maniera da tenerci in contatto per i prossimi eventi, ma come sempre passiamo il tempo osservando le moto degli altri, discutendo di moto e parlando di altri problemi, riguardanti chiaramente le moto… insomma qua si parla solo di moto!!!

Al momento di partire ci incolonniamo diligentemente e formiamo un corteo di tutto rispetto di oltre un centinaio di moto che, grazie al lavoro delle staffette che fermavano il traffico in presenza degli incroci, ha potuto arrivare a Rivolta senza intoppi.

Come al solito all’Istituto siamo accolti con calore e simpatia: un caffè, una fetta di torta e una bibita accompagnano le nostre chiacchiere fino all’ora di un aperitivo.

Dopo esserci gustati un bicchiere di prosecco dal Santo ci dirigiamo verso la trattoria dove ci attendono Tenerone e Laura che alla fine sono dovuti venire in auto. Lei è tranquilla, mentre lui, nonostante cerchi di celarlo, è sull’incazzato andante. In verità sorride, ma ha tutti i peli della barba dritti come se avesse preso una scarica ad alto voltaggio.

La Trattoria dei Cacciatori è un posto alla buona, senza fronzoli, ma le pietanze erano buone ed abbondanti, la compagnia allegra e il vino ci ha accompagnati come si deve.

Purtroppo il tempo vola e dobbiamo rientrare, il Barone deve aprire il bar e io devo tornare dalla Sgionfadura ecc. Ma questo non ci impedisce di passare a fare una visita a Callaghan prima e poi passare da me per il bicchiere della staffa e una partitina a bigliardino. Purtroppo, alla vista della scritta Yamaha sulla mia chitarra, ho visto gli occhi di Tenerone divenire improvvisamente cupi e allora mi son sentito in dovere di consolarlo: “Dai, stamane non è pertita, ma magari la prossima volta si accenderà!!!”

PS. Un grazie particolare a Simone Siadov che ha lasciato a casa la Siadov appunto!!!

Marco